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Gherusio.
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Arriva il decreto per ridurre l'Irpef nel 2014.
Lo sconto - prevede il testo finale di cui
l'ANSA ha preso visione - sarà di 640 euro, 80
al mese fino a dicembre, per i contribuenti
con reddito fino a 24.000 euro. Esclusi gli
incapienti (chi non paga Irpef perche' le
detrazioni superano il dovuto). Da 24.000 a
26.000 euro il bonus decresce fino a zero.
Tagli per 240 milioni di euro, invece dei
precedenti 200, che andranno divisi fra i
Ministeri e, adesso, anche la Presidenza del
Consiglio, precedentemente esclusa. E' quanto
emerge dal testo. Le voci di spesa da ridurre
vanno individuate con decreto del Presidente
del consiglio entro 15 giorni dall'entrata in
vigore del decreto.
Scatta dal primo luglio l'aumento dal 20% al
26% dell'aliquota sulle rendite finanziarie che
interesserà anche i dividendi staccati
successivamente, le plusvalenze di azioni e
fondi, nonché interessi su conti correnti e
depositi postali. L'aumento non tocca i titoli di
Stato, come Bot e Btp. Lo prevede il testo
finale del decreto.
Almeno 15 miliardi nel 2015 dalla lotta
all'evasione. E' la previsione contenuta nel Dl
Irpef: il Governo varerà un programma per
conseguire nel 2015 un aumento "di almeno 2
miliardi di entrate dalla lotta all'evasione
fiscale" rispetto al 2013, quando, ha spiegato
recentemente l'Agenzia delle Entrate, gli
incassi sono stati di 13 miliardi.
GOVERNATORI IN RIVOLTA - Hanno evitato
all'ultimo momento il temuto pericolo di
perdere 2,4 miliardi destinati alla sanità ma
non possono sottrarsi dal dovere di
contribuire con 700 milioni al risanamento dei
conti. Sono le Regioni italiane, che domani, in
una Conferenza straordinaria dei presidenti,
convocata da Vasco Errani, dovranno discutere
sul come e dove tagliare. Il dl Irpef, infatti,
presentato il 18 aprile scorso in conferenza
stampa dal Governo dopo il Consiglio dei
ministri, prevede che tra Stato, Regioni ed Enti
locali i risparmi debbano ammontare
complessivamente a 2,1 miliardi, 700 milioni
ciascuno. Il premier Matteo Renzi ha dato a
tutti 60 giorni di tempo per indicare dove
procedere con i tagli, altrimenti a intervenire
sarà il temuto commissario per la spending
review, Carlo Cottarelli. "Noto con dispiacere
che la promessa non è stata mantenuta, visto
che a suo tempo era stato spiegato che la
stagione dei tagli ai Comuni era finita e che
comunque si sarebbe operata una
redistribuzione tra Municipi virtuosi e non",
commenta con una certa stizza il
vicepresidente Anci e sindaco di Pavia,
Alessandro Cattaneo. Ciò smentisce impegni
già presi - aggiunge il primo cittadino
lombardo - visto che si parla di cifre non
indifferenti; ora aspettiamo i contenuti ma
posso già dire che sicuramente, come al solito,
chi meglio amministra viene trattato peggio,
quindi essere seri e virtuosi non conviene,
visto l'impianto delle leggi dello Stato". Al
contrario, osserva ancora Cattaneo, "avrei
voluto sentir parlare di leggi che potessero
liberare le tantissime energie presenti nei
Comuni con lo scopo di aumentare l'incisività
dei sindaci. Cosa che in verità mi aspettavo da
quello che viene considerato un governo dei
sindaci". Sul fronte più proprio della spending
review Cattaneo è piuttosto chiaro: "come
sempre, come amo ripetere anche al
sottosegretario Delrio, sono tre gli ambiti sui
cui lavorare: le liberalizzazioni, per le quali
serve un quadro normativo chiaro, quindi
senza vincoli; il patrimonio pubblico, dove si
può fare ancora di più, con dismissioni con
varianti in deroga. Infine la spesa del
personale, nel cui ambito figura ancora
l'enorme problema dei dirigenti: molti
cittadini non lo sanno - ricorda il
rappresentante dell'Anci - ma il più basso
dirigente di un comune prende il doppio dei
sindaco, mentre nei grandi municipi questa
forbice è più attenuata". Sul fronte delle
Regioni, il più battagliero è il governatore
leghista del Veneto, Luca Zaia. "La lotta agli
sprechi - dice - è sacrosanta e mi trova
assolutamente concorde ma Renzi spiega
dimostri di avere il coraggio fino in fondo e di
fare in modo che i 30 miliardi dormienti di
sprechi in Italia vengano fuori applicando un
principio basilare, quello dei costi standard".
E' ironico il coordinatore degli assessori
regionali al Bilancio e assessore in Lombardia,
il leghista Massimo Garavaglia. "E' abbastanza
imbarazzante, il decreto Dl Irpef non c'è
ancora, abbiamo visto in tv Renzi annunciare
dei tagli, ma il decreto di fatto non c'è anche
se pare lo pubblichino domani. L'ultima bozza,
risale a queste ore". Secondo Garavaglia,
"mancano le coperture per tutto il decreto.
Confidiamo in un Napolitano, visto che nel
passato ha mandato indietro decreti per un
nonnulla, questo non può che rimandarlo al
mittente. Inoltre, c'è una recente sentenza
della Corte Costituzionale che dice che non si
possono più fare tagli lineari". Più possibilista
il governatore della Campania, Stefano
Caldoro. "Con il Governo - afferma - ci sarà
un confronto costruttivo. Le posizioni
precostituite, ideologiche non aiutano a
risolvere i problemi. C'è massima disponibilità
a ragionare ma non possono esserci tagli
lineari che penalizzerebbero solo i cittadini,
quelli del Sud in maniera particolare",
conclude.
Fonte ansa.